sabato 9 luglio 2016

DACCA, RE SALOMONE E LA LEGGE DEL CONTRAPPASSO


E’ curioso notare come nel recente attentato terroristico in Bangladesh, avvenuto a Dacca, siano rimasti uccisi ben 9 italiani, secondo la stampa: torturati, mutilati e fatti lentamente a brandelli. Davvero inquietante che nessuno abbia rilevato come, in un piccolo quartiere diplomatico dove chi frequenta certi posti sa perfettamente chi e dove gira, siano stati presi di mira proprio tanti italiani (insieme a giapponesi, ad onor del vero). Una singolare coincidenza che chi conosce come si regolano i conti a livello internazionale chiaramente sa cosa significa, specialmente quando l’agenzia del terrore creata dai servizi angloamericani e israeliani denominata ISIS ci tiene particolarmente a prendersi il merito di tali vigliacche gesta, contrariamente a quanto prova goffamente a sostenere pubblicamente il governo locale che, evidentemente, non era d’accordo sull’operazione ma che successivamente ha dovuto, gioco forza, firmare una pila di carte in accordi sulla "cooperazione contro il terrorismo" proprio con gli USA. Tutto come da prassi insomma.
Sintomatiche le reazioni dei nostri fantocci politici, una su tutte quella del ministro degli esteri Gentiloni la cui faccia era molto più eloquente di tante parole, la faccia di uno che pensa: “Ma come, siamo i vostri zerbini da 70 anni, eseguiamo gli ordini alla lettera, quando ero a Roma con Rutelli trascorrevo più tempo all’ambasciata americana a passare carte e messaggi che a casa con mia moglie... e ci fate questo? Solo perché in Libia facciamo un po' di doppio gioco con il generale Haftar, sostenuto da Mosca, il peggior nemico dell’ISIS in Libia? Solo perché abbiamo dispiegato un po' di truppe dei nostri servizi segreti militari nella speranza di trarne qualche vantaggio strategico? In confronto a quello che hanno combinato inglesi e americani in Medio Oriente sono marachelle da niente, ma si vede che qualcuno a palazzo Chigi, che pare non ci capisca molto di queste cose, non abbia ben capito cosa voleva il signor Netanyahu quando è venuto in visita a Roma il 27 giugno, giunto proprio a parlare di Libia (tradotto: del ruolo dell’Italia nei confronti dell'ISIS). A Kerry che avrà detto invece, lo stesso giorno? Non lo sapremo mai ma, a giudicare dalla rappresaglia subita, cose da epoca nazista, niente che dalle parti di Washington e Tel Aviv abbiano gradito.

Il caso vuole che, proprio in quelle ore, tra il 30 giugno e l’1 luglio, scompariva nella città eterna, a Roma, un giovane cittadino americano di 19 anni che poi, scopriremo dalle notizie di cronaca nera, sia stato assassinato da un clochard, prontamente arrestato e già praticamente processato e riconosciuto colpevole, e da non meglio precisate altre “presenze” (la carta di credito verrà utilizzata a Milano, come ci è finita? ). E’ altresì curioso notare come la morte del povero ragazzo abbia avuto un’eccezionale eco mediatica su TV e giornali, con tanto di incontro con il Papa dei genitori del malcapitato. Si chiamava Beau Solomon, cognome che ricorda il Re Salomone, il Re dei Giudei, figlio di Davide, il primo magus a cui è storicamente legata la fondazione della massoneria il cui primo maestro fu proprio Hiram Abiff, architetto del tempio di Salomone, il custode della “parola segreta”. Cognome di chiara origine ebraica che significa letteralmente pace (shalom), figlio di ebrei ashkenazi come riportato dai media statunitensi. Mentre a Dacca scorrevano fiumi di sangue italico un americano di origine ebraica chiamato Salomon scompariva e moriva affogato, che sia la legge del contrappasso di divina ascendenza? Sangue chiama sangue, vite che vengono prese in cambio di altre vite. Oppure semplici, ma estremamente inquietanti, coincidenze temporali.