sabato 28 giugno 2014

CHI CONTROLLA I MEDIA CONTROLLA LA NAZIONE


Oltre al fuoco amico causato da chi bisbiglia all'orecchio dei giornalisti, in questi giorni si sta assistendo ad un evidente crescita delle menzogne e della diffamazione ai danni del M5S e dei suoi rappresentanti in modo inversamente proporzionale alle presenze televisive. Cioè, meno sono diventate le presenze in TV del movimento, più le menzogne sono aumentate. Il motivo è piuttosto semplice: visto che le presenze televisive si sono rarefatte e le smentite sono fatte solo via web, più sono le fase notizie, più c'è possibilità che attecchiscano in quanto, senza la TV, non si possono smentire in maniera efficace e largamente diffusa. Vedi la balla sul movimeno che vuole l'immunità parlamentare (riporatata da tutti i media, nessuno escluso), la balla sulle spacchature in Europa, la balla su Alessandro Di Battista che vuole vietare la carne per legge ecc. Loro puntano sul fatto che non ci sia nessuno a sputtanarli per cui, sul grande numero, hanno buon gioco. Non essendo un autolesionista non comprendo questa pausa dalla TV, l'invenzione di Grillo = Hitler e quella di "vittoria del M5S = disastro economico" se le sono bevute 11 milioni di italiani perchè non sono state, mediaticamente parlando, smontate con la stessa forza con cui queste menzogne sono state diffuse ed inculcate al grande pubblico. Considerato che solo 1 italiano su 2 alle europee ha espresso un voto valido e tutti si sono coalizzati contro l'M5S, la verità è che il 21% è stato un risultato TREMENDAMENTE POSITIVO, ma qualcuno evidentemente non si è ancora ripreso dallo shock e annaspa in una crisi immaginaria. Licio Gelli diceva che chi controlla i media controlla la nazione e ha perfettamente ragione perchè giornali, web e TV, abilmente manovrati, hanno immeritamente messo in mano ad un inconsapevole Renzie 11 milioni di voti. Il cast di chi ha contribuito a fare gioco di squadra è composto da Monti Mario che, eclissandosi, ha regalato gratis al PD il suo elettorato e Berlusconi Silvio, nel ruolo da comprimario di "diffamatore ad personam" di Beppe Grillo. Il resto è fuffa, la vittoria di Pirro di Renzi non sta negli 80 euro o in qualsiasi altra cosa abbia fatto o, meglio, abbia promesso di fare, ma semplicemente nel fatto che tutti gli altri,  facedo leva sulla paura e l'irrazionalità, hanno coordinato un attacco mediatico concentrico e a reti unificate ad una sola forza politica, col preciso obiettivo non di vincere, ma di far perdere l'unico vero nemico, contestualmente spingendo nelle braccia dell'attuale premier perfino i loro stessi elettori.